La Palazzina dell’Orologio venne costruita dalla famiglia Orsetti tra la fine del XVII e i primi anni del XVIII secolo, per ospitare le scuderie, le cucine e i servizi. Il nome deriva dalla posizione sopraelevata dell’orologio a sei ore, tipica di tante ville toscane del tempo.
Dal confronto con le planimetrie storiche sembra che durante il principato di Elisa Baciocchi, sotto la direzione dell’architetto Giuseppe Marchelli, il palazzo non abbia subito particolari modifiche. Venne però aggiunta una nuova struttura ad abbracciare il preesistente edificio.
Il restauro della Palazzina dell’Orologio, commissionato da Henric e Marina Grönberg nel 2016, si estende in larghezza e presenta nella facciata principale un portico e una loggia colonnata sovrapposti. L’antica villa e la Palazzina sono collegate anche da un percorso sotterraneo ancora esistente.
Il restauro commissionato da Henric e Marina Grönberg ha inoltre permesso l’apertura di un nuovo museo alla Palazzina dell’Orologio, mai aperto al pubblico prima:
il museo ospita l’eredità culturale della grande collezionista, la contessa Anna Laetitia Pecci- Blunt, che fu proprietaria del complesso di Villa Reale nel ‘900. Una raccolta eterogenea fatta di ricordi, cimeli e di un vasto patrimonio librario. Parliamo di un museo decisamente eclettico per la particolarità e l’etereogenità delle sue sale: il museo di Papa Leone XIII, una biblioteca da migliaia di volumi, un’emeroteca assai rifornita, una discoteca variegata e altre 2 stanze dedicate alle due bizzarre collezioni della contessa: una dedicata infatti ai nativi americani e un’altra con la collezione delle bambole con costumi tradizionali internazionali.