Il Parco di Villa Reale ospita numerosi esemplari di alberi che nel corso degli anni hanno visto passare migliaia di visitatori, tra cui teste coronate e illustri personaggi come Salvador Dalì, Gianni Agnelli e Alberto Moravia. Ecco qui un elenco che vi permette di individuare quali siano gli alberi più importanti e di riconoscerli durante la vostra visita. Anche se, dobbiamo tristemente ricordare che, alcuni dei più longevi sono stati abbattuti dalla tempesta di vento dello scorso 5 marzo, tra questi uno splendido esemplare di cedro del Libano e un Cupressus macrocarpa, con più di 300 anni. Ma, nonostante ciò, l’immensa varietà e vastità di esemplari consente di stilare un elenco di alberi che, insieme alle architetture, sono tra i protagonisti indiscussi della visita al Parco di Villa Reale per la loro imponente presenza scenica. Passeggiando tra i sentieri, alla scoperta dei due itinerari, si scoprono infatti ambienti unici per bellezza e interesse naturalistico che incantano grandi e piccini, offrendo agli occhi dei visitatori suggestive scenografie naturali.
- Ginkgo biloba L.
Il Ginkgo biloba L. è un albero originario della Cina ed è considerato una pianta sacra, coltivata e protetta nei templi buddisti. Quattro splendidi esemplari di Ginkgo, due maschi e due femmine, sono disposti sul retro della Villa del Vescovo.
- Lagerstroemia indica L.
La Lagerstroemia indica L. originaria della Cina e della Corea è detta Albero di San Bartolomeo, in riferimento al martirio dell’omonimo santo. Nel Parco di Villa Reale è possibile trovarla vicino al gruppo del Ginkgo biloba davanti al giardino al lago, ai piedi della Villa del Vescovo.
- Magnolia grandiflora L.
La Magnolia grandiflora L. originaria degli USA sud-orientali, è considerata una delle specie più antiche, la cui comparsa risale a circa 100 milioni di anni fa. La magnolia grandiflora si erge maestosa sulla terrazza della Villa del Vescovo, in fronte alla Villa Reale e quattro esemplari sono anche nel Giardino dei Limoni.
- Quercus ilex L.
Il Quercus Ilex, il comune “leccio” è una specie appartenente alla famiglia delle Fagaceae, è generalmente un albero sempreverde, originario dell’Europa. Lo si trova in tutto il parco ma, uno degli esemplari più grandi è posto davanti alla Cappella Pecci-Blunt.
- Cedrus atlantica (Endl.) Carr.
Il Cedrus atlantica (Endl.) Carr. è un albero originario del Nord-Africa (Marocco e Algeria) ed il suo legno è utilizzato nella costruzione di mobili e sculture, perchè profumato e durevole. Si trova nella zona vicino al lago, dietro il gazebo.
- Liriodendron tulipifera L.
Conosciuto anche come Albero dei tulipani appartiene alla Famiglia delle Magnolaceae ed è una pianta Originaria dell’America. Nel Parco di villa reale si trova davanti alla villa del vescovo e nella zona del lago.
- Quercus petraea (Mattuschka) Liebl.
Il Quercus petraea (Mattuschka) Liebl. è di origine Europea. Il suo nome (petraea) deriva dal fatto che ama i terreni ricchi di pietre ben drenati. Si trova all’entrata del giardino all’Italiana della Villa del Vescovo, accanto al Ginkgo biloba.
- Juglans nigra L.
La Juglans migra L. è originaria dell’America settentrionale ed il suo nome deriva dal latino “Iupiter”, che significa Giove mentre, “glans”, significa ghianda, quindi ghianda di Giove. Le noci sono commestibili, ma di scarso pregio e dal gusto poco gradevole. Dai semi è possibile estrarre un olio commestibile, utilizzato però normalmente nell’industria delle vernici e dei saponi. La si può trovare nella zona del lago.
- Cupressus sempervirens L.
Il Cupressus sempervirens L. è un albero originario del mediterraneo orientale ed è utilizzato per la costruzione di cassapanche e armadi poiché il suo profumo aromatico allontana le tarme e tarli. Si trova nella zona sud del Parco di Villa Reale, nelle vicinanze della Villa del Vescovo.
- Tilia x europaea L.
La Tilia x europaea L. è un albero della famiglia delle Tiliaceae, originario dell’Erupoa. Il suo legno viene utilizzato per la realizzazione di parti di strumenti musicali. Si trova nella zona del lago.
Foto non firmate di L. Bartoli